Visto con i bambini: la recensione di Trash, quando il riciclo diventa un capolavoro

Il corretto smaltimento dei rifiuti e i giusti comportamenti da tenere per preservare la natura sono temi caldi in questi ultimi anni, tanto da essere diventati anche al centro di intere lezioni nelle scuole. E ora di un piccolo capolavoro dell’animazione italiana che unisce la mission dell’edutainment con un un’azione e un divertimento adatto ai più piccoli, il tutto sullo sfondo di una città, Roma, come non l’avete mai vista. Qui di seguito la recensione di Trash

La recensione di Trash

Slim, Bubbles e Spark sono sì scatole di cartone e bottiglie appallottolate, rifiuti gettati via con noncuranza dalle persone che si trovano ammonticchiati agli angoli delle strade o dei mercati cittadini, ma sono anche i piccoli protagonisti della storia che, un po’ come succedeva ai giocattoli di Toy Story, quando cala la notte e la città dorme, prendono vita affollando le vie alla ricerca di una seconda occasione.

La trama

Parte proprio da questo concetto la trama di Trash, perché non bisogna arrendersi a una sorte avversa perché il destino può essere riscritto.

Slim, una vecchia scatola di cartone è ormai rassegnato a quello che lo aspetta: scappa ogni notte dai “risucchiatori”, macchine aspiratutto addette alla pulizia, ma sa che non ci riuscirà per sempre e non crede che esista la “piramide magica”,  un luogo mitico dove i rifiuti possono avere una seconda possibilità. Ci crede invece fortemente il suo amico Bubbles, che vorrebbe tornare a essere nuovamente un “portatore”, ovvero un oggetto capace di contenere ancora qualcosa e quindi essere ancora utile.

La loro routine viene interrotta dall’arrivo di Spark, un piccolo “portatore” che si è perso e ha bisogno di un aiuto per ritrovare la sua destinazione finale: un negozio di giocattoli. Oltretutto Spark è inseguito dagli scagnozzi del perfido Kudo, una tower in disuso che ha preso potere nella discarica e vuole impossessarsi del suo meccanismo a energia solare per tornare in vita.

Ad aiutarlo ci penseranno naturalmente Slim e Bubbles che riscriveranno così il loro destino scoprendo l’amore e trovando finalmente la piramide magica, ovvero il posto dove i rifiuti vengono riciclati e tornano ad essere di nuovo utili.

Animazione all’avanguardia

Una storia semplice ma avvincente, capace di coinvolgere i più piccoli in un’avventura ricca di messaggi positivi è accompagnata da uno stile d’animazione che attira e conquista un pubblico più maturo. Il film infatti è stato magistralmente realizzato da Luca della Grotta e Francesco Dafano con una tecnica mista che sfrutta ambienti reali dove sono stati successivamente integrati i personaggi in CGI. Il tutto naturalmente ad altezza dei protagonisti del film e quindi il punto di vista è abbassato al livello del pavimento così da permettere agli spettatori una totale immersione nella storia e una più facile empatia.

Visto con i più piccoli – La recensione di Trash

Il linguaggio e la semplicità della storia sono perfetti per rendere la storia comprensibile ai più piccoli, ma le scene d’azione e i personaggi a tutto tondo conquistano anche i bambini più grandi come Giorgio (9 anni) e Alex (11 anni). Mentre Giorgio si è appassionato subito al destino dei protagonisti e ha seguito le loro avventure per le strade di Roma con avido interesse (la sua parte preferita è stata la storia d’amore di Bubbles con la bottiglia di profumo), Alex è rimasto impressionato soprattutto dalla tecnica e non riusciva a capacitarsi come facessero Slim, Bubbles e gli altri piccoli eroi di questa storia a muoversi in ambienti reali. Entrambi però hanno compreso, anche grazie al film, l’importanza del riciclo e di quanto sia importante utilizzare adeguati comportamenti affinché, anche i rifiuti (e insieme a loro la natura) possano avere una seconda possibilità.

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