Visto con i bambini: la recensione di Detective Pikachu, il film definitivo sui Pokémon

Rob Letterman, dopo Mostri contro alieni e Piccoli brividi, porta sul grande schermo per la prima volta anche i Pokémon. Qui la recensione di Detective Pikachu

Non può esiste altro film all’infuori di Detective Pikachu per i piccoli e grandi fan dei Pokémon. E non solo perché all’interno di una storia che dura 104 minuti se ne possono vedere quasi 800 in tutte le forme, ma perché, un po’ come accadde tanti anni fa con Roger Rabbit con il mondo di cartoonia che prendeva vita, i Pokémon diventano parte integrante della nostra esistenza. Qui la recensione di Detective Pikachu visto con i bambini.

La recensione di Detective Pikachu

Pokémon Story

Chi è nato negli anni ’90 ed è cresciuto nel nuovo millennio con in mano un game boy i Pokémon li conosce bene. Protagonisti di una longeva saga di videogiochi che perdura ancora oggi e continua a conquistare fan di tutte le età (vedi la app per Pokémon Go per smartphone, ma anche Let’s Go Eevee e presto Pokémon scudo e spada per Nintendo Switch) Pikachu e compagni hanno fatto compagnia a tanti ragazzi con storie di determinazione e coraggio e che insegnavano a prendersi cura dei propri pets. Grazie anche alle tante serie tv che mostravano il giovane allenatore Ash, incapace di arrendersi davanti alle difficoltà, che proteggeva anche a costo della sua vita i Pokémon.

Nel film diretto da Rob Letterman (Mostri contro alieni, Piccoli brividi) Ash però non c’è. A dare ispirazione ai realizzatori è infatti stato il videogioco spin-off del 2016 in cui i giocatori, invece di viaggiare tra le varie regioni sconfiggendo in battaglie tra Pokémon i leader delle palestre, dovevano trovare la soluzione di alcuni misteri con un Pikachu parlante e con cappello in stile Sherlock Holmes. Nel corso delle sue indagini il pokémon veniva affiancato da un ragazzo di nome Tim Goodman, appena giunto a Ryme City per ritrovare il padre scomparso.

Trama

Il film non si discosta molto dalla trama del videogioco. Tutto ha inizio quando il geniale detective privato Harry Goodman scompare misteriosamente e Pikachu si risveglia solo e con un grave caso di amnesia in mezzo al nulla. Unico indizio: un indirizzo in un cappello. È così che Tim, il figlio di 21 anni di Harry, si ritrova a fare squadra con un adorabile investigatore parlante senza memoria e dipendente da caffeina per risolvere un intricato mistero.

Ricco di azione e di colpi di scena, Pokémon Detective Pikachu è ambientato in una moderna metropoli al neon dove uomini e Pokémon vivono fianco a fianco in un iperrealistico mondo live action. È tra le sue strade, che ricordano quelle in cui si muoveva Rick Deckard (alias Harrison Ford) in Blade Runner, che Tim e Pikachu incontreranno un numero infinito di Pokémon diversi scoprendo una trama sconvolgente che potrebbe determinare la distruzione della coesistenza pacifica tra umani e mostriciattoli, oltre a minacciare l’universo stesso dei Pokémon.

Caccia ai Pokémon

Con una lista di oltre ottocento Pokémon da cui pescare, il regista Rob Letterman e il suo team creativo hanno preferito non operare una vera scelta e di inserire del film quanti più mostriciattoli, ispirati a piante, animali o oggetti, possibile.

Ed è davvero così. È possibile vedere Pokémon in ogni dove all’interno del film. Oltre ai principali, che interagiscono con i protagonisti in carne e ossa come Pikachu, Psyduck o Greyninja, i Pokémon sono visibili agli angoli delle strade, su cartelloni pubblicitari, sotto forma di enormi palloni aerostatici o possono spuntare dalle finestre dei palazzi della metropoli. Insomma, per catalogarli davvero tutti bisognerebbe rivedere il film fotogramma per fotogramma in una appassionante caccia ai Pokémon. E non è detto che si riuscirebbe lo stesso a trovarli tutti…

La città dalle mille luci

Di grande impatto anche l’ambientazione in cui si muovono i protagonisti. Ryme City ci riporta direttamente negli anni ’80, con le luci al neon, le strade affollate di bancarelle, e l’atmosfera da film noir mix tra Blade Runner e Chinatown. Ma quello che più emoziona, soprattutto se si è fan dei Pokémon, è che finalmente diventa chiaro cosa vorrebbe dire abitare in un mondo abitato da questi stranissimi e adorabili pets. D’altronde, chi non vorrebbe avere un Pokémon come animale da compagnia? Un effetto ottenuto grazie a un’impressionante computer grafica fotorealistica che permette di integrare perfettamente ogni Pokémon nell’ambiente circostante, proprio come succede con Rocket Raccoon nei film Marvel o come quello che vedremo presto con Il re leone al cinema.

Pikachu parla

Tutti i dubbi sulla scelta di riadattare il videogioco di Detective Pikachu, invece di ritrovare l’accoppiata Ash/Pikachu sul grande schermo, si sono dissolti nel momento preciso in cui abbiamo ascoltato per la prima volta parlare Pikachu. Stessa emozione provata quando la Garbo ha riso in Ninotchka. Gran parte del merito è da attribuire al doppiaggio di Ryan Reynolds/Francesco Venditti, che rende irresistibile il contrasto tra l’impronta irriverente della voce in stile Deadpool e l’immagine tenerissima del personaggio, soprattutto in questa versione “peluchosa”. 

Nel film, Tim non è l’unico in grado di tradurre in parole sensate quello che per gli altri non è altro che un intercalare di “Pika Pika Pikaaachu”». Questa sintonia unica, che permettere ai due di cavarsela in situazioni decisamente difficili e a volte imbarazzanti, è alla portata anche degli spettatori che riescono così a sentirsi parte integrante della vicenda perché detentori anche loro di una dote unica. Un’empatia fortissima che permette davvero di immergersi completamente nel film.

Visto con i bambini

Atteso quanto Avengers: Endgame, il film dei Pokémon è stato per Alex (10 anni) e Giorgio (8 anni) un po’ come ritrovare vecchi amici. Grandi fan delle creature Nintendo, hanno giocato con loro tutti i titoli della serie sia su Switch che sulle console precedenti, hanno intrapreso la carriera di allenatori con Pokémon Go, sono diventati cosplayer di Ash e hanno persino un peluche di Pikachu che fa loro compagnia da anni. Non per niente hanno trascorso tutto il film a occhi spalancati urlando sorpresi e felici il nome di ogni Pokémon nuovo che riconoscevano (e li conoscono tutti!). Per Giorgio è stato un po’ complicato comprendere appieno lo snodo della trama, soprattutto quando sono stati rivelati i piani malvagi del villain, ma non l’ha vissuto come un problema. Sono bastate un paio di spiegazioni veloci per rimetterlo al pari con gli eventi e permettergli di continuare a divertirsi con i suoi amati Pokémon. 

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