Rebecca Sugar a Lucca Comics 2019: «Spero che Steven Universe incoraggi le minoranze a uscire allo scoperto»

Tanti fan in coda per il panel con Rebecca Sugar a Lucca Comics 2019 e per l'anteprima di Steven Universe The Movie. Ecco il resoconto del nostro incontro

Era tra gli ospiti più attesi della kermesse e non ha deluso le aspettative delle centinaia di fan che si sono pazientemente messi in coda fin dalla mattina: con la sua dolcezza e la sua genuinità, Rebecca Sugar a Lucca Comics 2019 ha presentato il nuovo film dell’acclamata serie animata Steven Universe, che andrà in onda su Cartoon Network nel 2020.

Tantissimi i fan accorsi ai due incontri che hanno visto Sugar protagonista: il panel The Making of Steven Universe, moderato dall’esilarante fumettista Sio, e l’esclusiva proiezione in anteprima nazionale di Steven Universe The Movie. La coloratissima platea degli incontri con Rebecca Sugar a Lucca Comics 2019 era anche popolata da numerosi cosplayer, che hanno vestito i panni dei personaggi più amati della saga.

Uno dei programmi più seguiti del canale Cartoon Network, Steven Universe è stato creato da Rebecca Sugar nel 2013 e da allora è stato solo un crescendo di consensi. Particolarmente importante il contributo sul tema dell’inclusione delle minoranze, per il quale lo show è diventato il primo cartoon a vincere un GLAAD Media Award nel 2019. Tra i prossimi progetti legati a Steven Universe, oltre all’atteso film, ci sarà la miniserie Steven Universe Future, che fungerà da epilogo delle avventure del protagonista.

Ecco cosa ci ha raccontato Rebecca Sugar a Lucca Comics 2019 nel corso del suo incontro con la stampa.

Torniamo indietro a quando stavi ancora proponendo la serie a Cartoon Network. Cosa ricordi di quei momenti?

«Ricordo chiaramente che fin dall’inizio ho cercato di mettere al centro gli aspetti reali di questo universo fantastico e bizzarro. La storia è ispirata al mio rapporto con mio fratello, e per me è stato importante fin dall’inizio mettere in chiaro che sì, si tratta di un mondo fantasy, ma è profondamente radicato nella realtà».

Una caratteristica peculiare della tua serie è che Steven, a differenza di tanti altri protagonisti, cresce davvero. Come mai?

«È difficilissimo che un personaggio cresca nelle serie per bambini, perché nel momento in cui viene cambiato il disegno diventa impossibile vendere i giocattoli, bisogna modificare tutto. Perciò i creatori sono estremamente riluttanti a far crescere i loro protagonisti. Noi volevamo farlo fin da Adventure Time, ma non ci è stato possibile con il personaggio di Finn, anche se abbiamo cercato di farlo intuire agli spettatori. Per Steven Universe, invece, il pubblico si è dimostrato interessato alla crescita del protagonista e questo ci ha permesso in un certo senso di rischiare. Io trovo molto più belli e più complessi i personaggi che cambiano nel tempo».

Cosa puoi anticiparci della nuova serie Steven Universe Future?

«Molto poco per ora, ma posso dire che è emozionante lavorare a un piccolo nuovo capitolo. Future sarà ambientato dopo la serie e dopo Steven Universe The Movie, e dirò soltanto che la storia che andremo a raccontare può avere luogo solamente in questo stadio della vita di Steven».

La serie ha una fortissima impostazione musical. Ti piacerebbe un giorno portare Steven Universe a Broadway?

«Sarebbe semplicemente un sogno che diventa realtà! Io amo i musical, sia sul palcoscenico che al cinema. Ho studiato al college a New York e ho avuto la fortuna di poter andare spesso a Broadway dove ho visto la mia eroina, Patti LuPone, prima in Sweeney Todd e poi in Gypsy. Se ci ripenso ho ancora i brividi. Le sue performance hanno trasformato il mio modo di concepire la commedia e il dramma, ed è un grande onore aver avuto l’opportunità di lavorare con lei in seguito. Quanto a un possibile musical di Steven Universe… dipende tutto dai fan, perciò se lo desiderate fatevi sentire!».

Come è cambiato secondo te il mondo dell’animazione dopo il successo di Steven Universe o altre serie animate simili?

«Da quello che posso notare, stiamo ritornando a un modo di fare animazione più tradizionale e non più limitato al pubblico dei bambini. All’epoca, i cortometraggi di Bugs Bunny, ad esempio, non erano affatto per bambini, venivano proiettati al cinema prima di film per adulti. Capisco il bisogno di vendere merchandise e giocattoli puntando al pubblico giovane, ma io preferisco storie che siano per tutti. Un altro aspetto importante per me è l’inclusione: per moltissimo tempo le donne, i membri della comunità LGBT e altre categorie marginalizzate non hanno potuto partecipare a queste creazioni artistiche, non perché non fossero capaci ma perché è stato loro impedito. Oggi la situazione è migliorata: le barriere stanno cadendo e fortunatamente vediamo che sempre più voci riescono a trovare spazio nell’industria dell’animazione. Io spero che serie come Steven Universe incoraggino chiunque si trova ai margini a farsi avanti e ad alzare la voce».

Foto di Rebecca Sugar a Lucca Comics 2019: Courtesy of Turner/Lucca Comics & Games

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