Ha appeso al chiodo il camice della dottoressa Giulia Giordano nella fiction Doc a causa dell’emergenza sanitaria, ma oggi Matilde Gioli è pronta a ricominciare, come ha raccontato ai giurati di #Giffoni50.
Con loro ha ripercorso l’esordio ne Il capitale umano, “un battesimo professionale di cui sono infinitamente grata. Non sapevo niente di cinema e non mi rendevo conto di quanto fosse bravo il regista Paolo Virzì, poi l’ho osservato e ho capito: impeccabile, sempre presente, ti fa vedere le cose ma senza mostrarti ciò che vorrebbe, e si dedica tanto ai ruoli femminili, che non è per niente scontato nel cinema italiano”.
Non è un paese per donne? “Che ci sia del maschilismo – aggiunge la 30enne attrice milanese – è evidente, viviamo contesti in cui una donna viene penalizzata e sminuita, tra retaggi arrugginiti che andrebbero svecchiati”. Basta, insomma, a ruoli da “figlia di qualcuno, fidanzata di un altro”. Per farlo, suggerisce, “dobbiamo ribellarci e non subire le scelte e le decisioni altrui per il puro gusto di apparire”.
Lo stop forzato per il Coronavirus, ha spiegato, le ha aperto gli occhi: “Ho vissuto una quarantena strana, un po’ come tutti. Ero a Roma per le riprese di Doc e sono rimasta bloccata nell’appartamento che avevo preso per l’occasione, da sola, lontana dalla famiglia. Eppure mi è servito: ho lavorato su me stessa, ho letto, ho cucinato e mi sono presa cura del mio tempo per ripartire”.
Intanto la data d’uscita del film Futura, opera seconda di Lamberto Sanfelice, non è stata ancora ufficializzata: “Il mio ruolo è quello di una moglie e madre alle prese con un ex, musicista fallito e tossico. Interpreto una donna che è dovuta crescere in fretta e diventare subito responsabile, fino a sacrificare tutto per il bene della famiglia. Il progetto è impegnativo e drammatico”.
Lo sguardo di Matilde Gioli sul presente, invece, è pieno di speranza: “Spero che questo periodo serva da stimolo affinché l’Italia diventi un paese per giovani”. Si riferisce alla cultura: “Sono certa che a settembre arriveremo con idee precise e soluzioni. Sicuramente oggi è più utile pensare alle scuole che alle discoteche”.
Foto: Courtesy of Giffoni_Experience
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