Un film tutto al femminile, con quattro protagoniste completamente esordienti: è questa l’ultima sfida di Francesco Ghiaccio e Marco D’Amore, che hanno presentato a Giffoni 2019 Dolcissime, pellicola in uscita il prossimo agosto grazie a Vision Distribution. Insieme a loro le splendide ragazze del cast: Giulia Barbuto Costa Da Cruz, Alice Manfredi, Margherita De Francisco e Giulia Fiorellino, oltre a Valeria Solarino. Dopo aver calcato il blue carpet di Giffoni, la squadra di Dolcissime ha incontrato i giovani giurati del festival, che hanno potuto vedere il film in anteprima mondiale nella serata del 23 luglio.
Una storia nata ormai diversi anni fa dalla collaborazione tra Ghiaccio e D’Amore, che avevano inizialmente immaginato una favola moderna un po’ pazza, con protagoniste tre donne. «Originariamente era soltanto un esercizio di stile, una commedia frivola – racconta D’Amore – «Poi durante la promozione del film Un posto sicuro abbiamo fatto tantissimi incontri nelle scuole e dal confronto con i ragazzi abbiamo iniziato a guardare a Dolcissime con occhi diversi. Abbiamo trovato le emozioni profonde che si nascondevano sotto questa storia. E ci siamo detti: mettiamoci alla prova, scriviamo un film di adolescenti, con ragazze che rappresentano un’età che guarda al mondo con occhi ancora vergini».
Sono nate così Mariagrazia, Chiara e Letizia, tre amiche che sperimentano un destino piuttosto noto agli adolescenti: quello di sentirsi invisibili. Il loro peso e le loro forme non conformi all’ideale di perfezione comunemente accettato suscitano spesso la derisione e la disapprovazione dei compagni di scuola, oltre a minare l’autostima delle ragazze. Mariagrazia ad esempio soffre il confronto con la madre (Valeria Solarino), un’ex campionessa sportiva. Chiara, invece, si scambia messaggi con un ragazzo a cui non ha ancora rivelato la sua identità per paura di non essere all’altezza delle sue aspettative. Letizia infine è portata per la musica, ma ha troppa paura per rivelare questo talento. «Anche noi siamo invisibili – afferma Giulia Fiorellino, detta “Fiore” – Lo siamo sempre state, perché non siamo come la società ci vuole. È inutile nascondersi: il bullismo esiste e va detto forte e chiaro. Film come questo sono preziosi perché ci aiutano ad affermare: io esisto, ci sono anch’io». In effetti le tre ragazze avranno un’occasione di riscatto grazie ad Alice, la popolare capitana della squadra di nuoto sincronizzato della scuola, che deciderà di allenarle in gran segreto preparandole per una gara.
«Non è un film sull’obesità o sul body shaming – ci tiene a precisare Marco D’Amore – è semplicemente la storia di quattro ragazze che pensano di essere estremamente diverse e invece si ritrovano a vivere gli stessi disagi adolescenziali. Intorno a loro c’è un mondo che propone modelli femminili di perfezione irreali, impossibili da raggiungere. Persino Alice soffre di questa situazione. Le ragazze pensano che essendo magra e popolare non abbia questi problemi, invece scoprono che anche lei non si sente all’altezza». Gli fa eco Valeria Solarino: «Ho amato moltissimo questa storia perché parla di accettazione in modo genuino e profondo. Il mio personaggio è una donna molto rigida che inizialmente non accetta nessuno, addirittura non vede nemmeno la figlia. Inizierà a comprenderla veramente soltanto quando la vedrà libera di essere se stessa».
A chi chiede come scegliere quali storie raccontare, i due sceneggiatori rispondono: “quelle necessarie”. «Dopo Un posto sicuro quasi non volevamo più fare questo film, perché ci sembrava leggero, poco impegnato. Ma chi lo dice che una storia personale non possa avere anche un valore sociale? In questo film parliamo di dare voce alle minoranze o alle persone che spesso vengono ignorate, parliamo di trovare il proprio posto nel mondo e di come riuscire ad essere sinceri nei rapporti umani. Io dico di fidarsi dello sguardo del narratore: più una storia è necessaria per lo sceneggiatore, più lo sarà per il suo pubblico».
Dopo l’anteprima a Giffoni 2019 Dolcissime sarà al cinema a partire dal 1 agosto.
Foto: Courtesy of Giffoni Film Festival
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