Meglio il libro o il film? Dalla carta al grande schermo: 12 opere messe a confronto
Meglio il libro o il film? Dalla carta al grande schermo: 12 opere messe a confronto
In quali casi la cinepresa è riuscita a superare la penna? È stata dura, ma alla fine siamo riusciti a dare un nostro parere! E il vostro?
Simona Carradori
IT (Meglio il libro) - Ancora fresca del suo trionfo al box-office italiano, la recente pellicola di Andres Muschietti sta facendo discutere i fan del romanzo di King, che si dividono tra chi rimane fedele alla versione resa dalla miniserie del 1990 e chi ha preferito invece il nuovo film. Al lungometraggio di Muschietti non si può rimproverare davvero nulla dal punto di vista della trasposizione, in quanto è rimasto fedele il più possibile al romanzo riuscendo a renderlo - per certi versi – anche migliore, come nella scelta di sostituire le parti più controverse con sequenze adatte al mood del film. C’è poco da dire, IT di Stephen King rimane un cult senza tempo, e questo nuovo adattamento riesce a mantenerne intatto lo spirito donandogli delle atmosfere a metà tra il nostalgico e l’horror che forse gli conferiscono quel qualcosa di diverso che il pubblico cercava, ma che ahimé non è ancora abbastanza per eguagliare l’opera del maestro del brivido. L’impresa è durissima, ma magari con il secondo capitolo…?
Gone Girl – L’amore bugiardo (Meglio il film) – Il film del 2014 diretto da David Fincher è forse uno dei migliori esempi di come sia possibile trasporre cinematograficamente un romanzo snocciolandolo fino in fondo senza tralasciare l’essenziale, ma anzi, aggiungendo un’impronta personale che ben si sposa con il testo. Fincher ricrea alla perfezione l’atmosfera cupa del libro di Gillian Flynn, mantenendo vivi anche il sottotesto politico di condanna sociale, il cinismo e la tragedia di un matrimonio finito, il tutto con una maestria che quasi risulta incredibile nella visione. Il film riesce a colmare i limiti della carta e viceversa, per due opere che rendono davvero difficile stabilire quale possa prevalere sull’altra. A nostro avviso, l’enorme lavoro di Fincher va riconosciuto, e in questo caso – senza togliere nulla al romanzo – ci sentiamo di premiare l’ottimo film.
50 sfumature (Meglio il libro) – La trilogia di E. L. James che ha letteralmente conquistato i primi posti nelle classifiche di tutto il mondo è stata adattata in due primi film che hanno ottenuto altrettanto seguito, ai quali si aggiungerà un terzo capitolo nel febbraio 2018. Considerando che la saga cinematografica non è ancora completa, prenderemo in esame solo i primi due, che hanno reso piuttosto fedelmente i momenti cruciali della vicenda, confermandosi come titoli più che adatti a chi è in cerca di una love story dalle tinte erotiche. Tuttavia nella trasposizione si perde quasi completamente la vera componente BDSM dei romanzi e la passionalità con cui si svolgono gli incontri sessuali tra i due protagonisti, ossia ciò che caratterizza principalmente la trilogia, il suo punto focale. E tutto ciò, per garantirsi un PG adatto a tutti. In questo caso quindi, è decisamente meglio il libro!
Harry Potter (Ex aequo) – Dalla penna di J. K. Rowling è nata una delle saghe più celebri e amate al mondo, il cui protagonista è forse uno tra i personaggi di fantasia preferiti da grandi e piccini. Se la magia dei romanzi rimane tutt'ora inarrivabile, va ammesso che il lavoro di sceneggiatura e regia fatto per il cinema è stato notevole, e lo sforzo di rendere i film più fedeli possibile al materiale originale è stato infatti premiato sia dalla critica che dai fan della Rowling, nonché dalla stessa autrice. Avendo realizzato dopo decenni il sogno di tutti quelli che volevano dare un volto ai loro idoli d’infanzia e non - mantenendo sempre intatta la magia dei romanzi e potendo contare su un cast ottimo - per noi in questo caso i film riescono ad eguagliare il materiale originale. Il migliore di tutti: Il prigioniero di Azkaban. Quindi? Ex aequo.
Carol (Meglio il film) – Dalla delicatezza del romanzo di Patricia Highsmith, Todd Haynes ha realizzato un film ancora più dolce, pacato, che scorre lievemente fino al suo finale e si conclude con leggerezza, quasi come fosse un sogno. Il libro racconta magistralmente un amore sofferto e pieno di incertezze, ma anche di desiderio e voglia di scoprire l’altra, emozioni che rimangono intatte nell’adattamento cinematografico, anche per merito delle interpretazioni struggenti delle due protagoniste, che riescono a rendere alla perfezione i personaggi del libro. L’impatto visivo con l’universo creato da Haynes è troppo forte per rimanere indifferenti, e una volta venuti a contatto con il film, i colori, le musiche e i volti di Cate Blanchett e Rooney Mara diventano quasi indispensabili, forse più delle descrizioni articolate del romanzo. Per queste ragioni – senza togliere nulla all’opera della Highsmith - ci sentiamo di premiare il film.
Hunger Games (Meglio il libro) – Il futuro distopico che ha reso celebre la trilogia scritta da Suzanne Collins è diventato protagonista di quattro film che pur avendo avuto un gigantesco successo di pubblico, non sono riusciti a mettere completamente d’accordo i fan. Se da una parte infatti il lavoro di trasposizione ci ha regalato un adattamento avvincente, sceneggiato in maniera non dissimile alla storia originale ma soprattutto con una protagonista perfetta nel ruolo di Katniss, dall’altra ha creato non poca confusione in alcuni passaggi che - soprattutto nel primo libro – erano stati resi più chiaramente, e come spesso succede, ha ridotto al minimo l’introspezione e più in generale l’Io del suo personaggio principale. Insomma, un adattamento che a conti fatti rende pienamente giustizia alla trilogia, ma che a nostro avviso non riesce ad aggiungere quel qualcosa in più al lavoro della Collins.
La torre nera (Meglio il libro) - King è forse uno degli autori dalle cui opere sono stati tratti più adattamenti cinematografici e televisivi, e il recente film basato sulla saga che ha come protagonista il pistolero Roland di Gilead fa purtroppo parte di quelli meno all’altezza del materiale originale. Di per sé la pellicola di Arcel presenta dei punti forti, come un buon cast e delle atmosfere interessanti, ma riduce davvero ai minimi termini tutto il materiale messo a disposizione dall'autore con la sua mastodontica saga, sprecandolo inevitabilmente. In questo caso quindi i libri rimangono decisamente superiori al film.
Shutter Island (Meglio il film) - Martin Scorsese realizza il suo film del 2010 basandosi sull'avvincente romanzo L'isola della paura di Dennis Lehane, che viene trasposto il più fedelmente possibile con una sceneggiatura che gli rende giustizia fino all'ultimo. ll lungometraggio in questo caso è perfettamente in linea con le atmosfere del libro, che viene - con le necessarie sintetizzazioni - reso in maniera impeccabile sul grande schermo, dove mantiene l'ansia e la suspense che caratterizzano tutti i passaggi essenziali dell'opera di Lehane. Potremmo dire di primo acchito che i due prodotti si eguagliano, tuttavia - spezzando una lancia in favore del cinema - le emozioni date dall'interpretazione di Di Caprio nello scioglimento finale sono riuscite a darci i brividi, che non è poco. Un punto per il cinema.
La ragazza del treno (Meglio il libro) – Il best seller di Paula Hawkins ha saputo catturare il suo vasto pubblico soprattutto grazie alla tensione che riesce a creare man mano che si scoprono gli inquietanti dettagli legati ai protagonisti della vicenda. Una tensione essenziale per un thriller, che se nel romanzo è una presenza costante ed opprimente, nel film di Tate Taylor non riesce a creare lo stesso pathos in grado di mantenere vivo l’interesse dello spettatore. Nonostante l’ottima interpretazione di Emily Blunt e alcune scelte narrative azzeccate - che contribuiscono a rendere il film più che godibile - il film a nostro avviso non riesce a piazzarsi allo stesso livello del libro, quindi anche in questo caso la carta vince.
Le ali della libertà (Meglio il film) - Forse non tutti lo sanno, ma il film di Frank Darabont è tratto da un racconto di Stephen King, intitolato Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, dal nome della prigione in cui sono ambientate le vicende. Sebbene il caratteristico fascino della scrittura dell'autore renda questa breve opera letteraria indimenticabile, il film del 1994 riesce a trasporla in maniera ancora più struggente, con delle interpretazioni in grado di commuovere e allo stesso tempo riempire lo spettatore di speranza, creando con esso un legame in questo caso più solido rispetto a quello con la carta. Un racconto perfetto per il grande schermo, che a nostro avviso regala un altro punto al cinema.
Twilight (Meglio il libro) - Partendo dalla saga di romanzi fino ai 5 film che dal 2008 al 2012 hanno dato vita ai personaggi nati dalla penna di Stephenie Meyer, quello di Twilight è forse uno degli adattamenti che più è riuscito a dividere i fan, facendosi letteralmente amare o odiare senza mezze misure. Se uno dei perni centrali dei libri è innanzitutto l’introspezione e il punto di vista della protagonista reso attraverso lunghi monologhi, la stessa cosa non si può dire per i film, dove – anche a causa dei limiti cinematografici - i personaggi risultano molto meno caratterizzati psicologicamente. D’altro canto sul grande schermo all'atmosfera rarefatta del romanzo è stata aggiunta un’azione che si sposa bene con il contesto, donando a una saga debole da quel punto di vista, quel brio in più che molti si aspettavano. Tuttavia il lavoro fatto con gli adattamenti non è stato sufficiente a lasciare intatto lo spirito dei romanzi, quindi per noi in questo caso vince la carta.
Jurassic Park (Meglio il film) – Basandosi sull’omonimo romanzo di Michael Crichton, Steven Spielberg nel 1993 ha estasiato e terrorizzato il pubblico portando sul grande schermo i suoi mastodontici dinosauri in CGI, tecnica ancora relativamente nuova per l’epoca. L’effetto è stato grandioso, e ancora oggi il pubblico trema al solo ricordo del rumore dei passi del temibile T-Rex. Sebbene le differenze con il romanzo siano sostanziali, e sebbene l’importante componente scientifica descritta da Crichton non sia stata trasposta dettagliatamente, il film di Spielberg risulta decisamente più coinvolgente e fruibile per il pubblico, riuscendo a tenerlo incollato fino alla fine allo schermo, senza mai stancare. Un punto per il cinema!
Con il recente successo di IT (qui la recensione del direttore Giorgio Viaro) nelle sale è tornata prepotentemente a farsi sentire una di quelle domande – dal carattere quasi esistenzialista – che di volta in volta si ripropone quando vengono realizzati degli ottimi adattamenti: «Meglio il libro o meglio il film?».
Partendo dal presupposto che è impossibile mettere a confronto due medium così differenti tra loro come il cinema e la letteratura, quando un romanzo viene trasposto dalla carta al grande schermo è inevitabile paragonare i due prodotti, facendo caso di volta in volta ai differenti approcci con le ambientazioni, i personaggi, le emozioni e i dialoghi, e – irrimediabilmente – giudicando in che modo la vicenda sia stata resa meglio.
Basandoci sui pro e i contro della penna e della cinepresa, nella nostra gallery di oggi abbiamo messo a confronto 12 opere passate dalla carta al grande schermo, stabilendo quale – secondo noi – è riuscita a prevalere sull’altra. Il risultato finale? I libri vincono 6 a 5, con un ex aequo.