I registi che sembrano aver fatto di tutto per sabotare i propri film
I registi che sembrano aver fatto di tutto per sabotare i propri film
Cristiano Bolla
Foto: MovieStills
M. NIGHT SHYAMALAN - Nel panorama cinematografico mondiale non c'è probabilmente un regista più scostante di lui: i fan ormai lo sanno, conviene quasi saltare un film ogni due per ritrovare le atmosfere thriller e i celebri twist dell'autore de Il Sesto Senso. La riprova l'abbiamo avuta nel 2017: dopo aver sorpreso tutti con il finale di Split, rivelatosi un sequel di Unbreakable del 2000 e secondo capitolo di una inattesa trilogia, Shyamalan per molti ha rovinato di nuovo tutto con un deludentissimo finale. Anti-climatico, pasticciato e deludente, Glass è finito nella cesta dei film di Shyamalan da evitare.
RENNY HARLIN - Se il nome e l'immagine non vi dicono nulla, non vi preoccupate: stiamo parlando di uno dei peggiori flop della storia del cinema. Gran parte della colpa è addossata al regista, che dopo aver diretto Die Hard 2 e Cliffhanger ha perso completamente la rotta con Cutthroath Island (Corsari). Costato oltre 100 milioni di dollari, ne ha guadagnati appena 10: il budget è lievitato drasticamente anche per alcune presunte bizze del regista e dell'attrice protagonista scelta da lui, la moglie Geena Davis, tra cui camion interi di un succo di verdure per cui i due a quanto pare andavano matti. Ancora oggi, Corsari è conosciuto nell'ambiente per il suo insuccesso e per essere stato l'inizio della fine di un promettente regista.
WOODY ALLEN - Caso molto controverso. Il celebre regista, prima dell'uscita del film, ha rilasciato alcune dichiarazioni circa il neo-nato movimento Me Too che hanno costretto Amazon Prime Video a stoppare la distribuzione di A rainy day in New York. Una mossa che è costata alla produzione anche una causa di quasi 70 milioni: alla fine Amazon ha ceduto i diritti di distribuzione direttamente ad Allen, che ha dovuto fare però i conti anche con la presa di distanza dei suoi attori protagonisti, molti dei quali hanno donato lo stipendio ad associazioni per la difesa delle vittime di molestie sessuali e dichiarato che non avrebbero mai più lavorato con lui.
TONY KAYE - Se il celebre film con Edward Norton American History X è diventato un cult, molto del merito lo si deve proprio all'attore: forse non tutti sanno infatti che la versione uscita nelle sale è stata montata proprio dal protagonista, in aperto contrasto con il regista. La produzione, insoddisfatta del girato finale, diede a Kaye otto settimane per sistemarlo, finite le quali fu estromesso dal film e iniziarono quindi una serie di battaglie legali. Kaye comprò anche 100.000 di spazi pubblicitari sulla stampa per denunciare il comportamento di Norton e della produzione: tutte mosse che più che sabotare il film hanno distrutto la carriera del regista.
MARTIN CAMPBELL - Green Lantern è considerato uno dei cinecomic peggiori di sempre, per i fan. Può succedere, soprattutto se il regista parte scontento per la scelta del protagonista: Campbell avrebbe voluto Bradley Cooper, ma gli venne invece imposto Ryan Reynolds, verso il quale il regista non è stato poi per niente generoso sul set. Tanto che lo stesso protagonista si è poi detto sollevato dell'insuccesso del film, perché temeva di dover girare un sequel sempre con Campbell alla regia.
JERRY LEWIS - C'è una macchia nella carriera dell'indimenticabile comico, attore, regista, sceneggiatore e icona del cinema. Non è stato però il pubblico a criticarlo, ma lui stesso: il film in questione è The Day the Clown cried, girato nel 1972 e che non ha mai visto la luce perchè sabotato proprio da Lewis. L'attore riteneva di aver fatto un lavoro così scarso da non meritare di essere distribuito. Ne ha consegnato una copia alla Libreria del Congresso, ma accordandosi perché non venisse mostrato prima del 2025. Mancano solo tre anni, poi il tanto auto-criticato film che solo una manciata di persone al mondo ha potuto vedere, vedrà finalmente la luce.
MICHAEL CIMINO - Dopo aver vinto l'Oscar per la miglior regia e miglior film per Il cacciatore, il regista ha quasi mandato in bancarotta la United Artists. Forte del suo successo, la produzione gli aveva concesso carta bianca per Heaven's gate, ma i folli ritardi, il budget quadruplicato, la pubblicità negativa e un presunto pugno duro del regista sul set hanno portato ad un flop commerciale così grosso da far rischiare il fallimento. Viene addirittura considerato il film che ha messo fine alla Nuova Hollywood: da quel momento, le casa di produzione hanno iniziato a esercitare più controllo sui propri progetti. Ironia della sorte, il film è stato poi rivalutato, per esempio dal nostro Alberto Barbera, che lo ha definito un capolavoro moderno.
JOSH TRANK - Esempio recente e molto famoso. Il reboot "young" dei Fantastici Quattro è stato funestato da problemi di produzione dovuti soprattutto a scontri tra il regista e parte del cast. Sono noti i problemi avuti con Kate Mara e secondo numerose voci dal set Trank avrebbe avuto problemi di tossicodipendenza, tanto da sfasciare l'alloggio fornito durante le riprese. Il punto più basso di questo auto sabotaggio lo si è raggiunto il giorno prima dell'uscita del film: Trank su Twitter ha criticato il montaggio finale, mettendo le mani avanti sulla qualità di un film che, secondo lui, gli è stato strappato di mano creativamente dalla produzione.
GEORGE LUCAS - Molti fan di Star Wars a questo punto chiuderanno indignati la gallery, ma se Guerre Stellari non è rimasta una trilogia più o meno perfetta gran parte della colpa è dei prequel diretti proprio dal creatore della saga. Dopo aver firmato la regia di A New Hope, Lucas è tornato infatti per i tre notoriamente criticati prequel - che abbiamo riassunto nell'immagine con l'emblema del fallimento, Jar Jar Binks. La scelta di affidarsi massicciamente al blue screen non ha pagato e a parte qualche lampo (alcuni magnifici duelli con le spade laser) il ritorno di Lucas ha fatto più male che bene alla saga.
FRANCIS FORD COPPOLA - Come si può passare dal vincere un Oscar per un film considerato autentico e immortale capolavoro della storia del cinema a essere considerato uno dei problemi dietro al terzo capitolo della saga? Basta andare contro produzione e set e ingaggiare tua figlia nella parte dell'attrice non protagonista. Benché Il Padrino III abbia ottenuto ottime critiche e 7 nomination agli Oscar, ha fatto anche rumore la vittoria ai Razzie Awards di Sofia Coppola, subentrata al posto di Winona Ryder. Messo alle strette da rifiuti e problemi con altre star, è proprio la parte di Mary ad aver costituito un grosso, grosso limite ad un finale di trilogia altrimenti quasi perfetto. E il responsabile di quella scelta è proprio Coppola padre.
Quando si vince, è merito di tutti, quando si perde la colpa è dell’allenatore. La metafora sportiva si applica anche al mondo del cinema, dove a pagare spesso è il regista, responsabile creativo dell’opera. Ci sono stati casi, tuttavia, in cui è stato lo stesso regista a sabotare il proprio lavoro: comportamenti folli sul set, budget quadruplicato, pessime attrici scelte per ruoli fondamentali e molto altro. Nella lista che vi presentiamo oggi, sono presenti alcuni dei più grandi e insospettabili nomi del cinema del calibro di Francis Ford Coppola e George Lucas.
Ecco quindi a voi 10 registi che sembra abbiano fatto di tutto per sabotare il proprio film e garantirne così un pesante insuccesso di critica, pubblico o botteghino.
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