INDIVISIBILI (Edoardo De Angelis, 2016) La storia di due gemelle siamesi di Castel Volturno, che cantando a compleanni e matrimoni in veste di fenomeno a metà tra il miracoloso e il freak, procurano il sostentamento a tutta la famiglia. Finché non scoprono che un’operazione potrebbe separarle. Indivisibili nella carne, ma divise nella decisione, Dasy e Viola devono scegliere tra la lealtà alla famiglia e la naturale aspirazione all’indipendenza. Coming of Age impregnato di realismo magico, deve la sua forza al netto contrasto tra la sconfinata dolcezza del sentimento sororale e le brutture e il malaffare del territorio circumvesuviano che costringono i suoi abitanti a una lotta continua per la sopravvivenza.

THE DISASTER ARTIST (James Franco, 2017) Il dietro le quinte del “Quarto potere dei film brutti”, ovvero The Room di Tommy Wiseau, diventa l’occasione per tratteggiare il ritratto esilarante e romantico di un sognatore senza un grammo di talento ma una montagna di passione. Miglior regia e prova attoriale di Franco di sempre.

ONORA IL PADRE E LA MADRE (Sidney Lumet, 2007) Il testamento etico/spirituale di Sidney Lumet, con un gigantesco Philip Seymour Hoffman. La storia del cinico omicidio dei genitori da parte di due fratelli diventa un apologo feroce contro la decadenza della società.

IL CLAN (Pablo Trapero, 2015) Struggente e tragica storia di formazione di un giovane, lacerato tra obbedienza al padre/Padrino e desidero di fuga da un destino che sembra ineluttabile. E, al contempo, finestra sul dietro le quinte della vicenda dei desaparecidos.

TUTTO PUO' SUCCEDERE A BROADWAY (Peter Bogdanovich, 2014) Echi, di Lubitsch, Hawks, Wilder, fino ad arrivare ad Allen, risuonano in questa adorabile commedia degli equivoci che è, innanzitutto, un divertissement cinefilo e metacinematografico firmato da uno dei più brillanti registi della Hollywood dei tempi d'oro.

TERRA DI CONFINE (Kevin Costner, 2004) Il miglior Western moderno dai tempi degli Spietati. A 14 anni da Balla coi lupi, questo film classico e moderno allo stesso tempo, riflessivo e morale, ma con una battaglia finale degna dei migliori scontri a fuoco del genere, incorona Costner a degno erede di Eastwood.

WARRIOR (Gavin O' Connor, 2011) Il regista fa qui quello che sa fare meglio, ovvero abbinare sport e drammi famigliari, mettendo in scena lo scontro (nelle MMA, le Mixed Martial Arts) tra due "fratelli coltelli". Bravissimi sia i due duellanti, Hardy ed Edgerton, sia Nick Nolte nel ruolo del padre in cerca di riscatto.

Kubo e la spada magica (Travis Knight, 2016) Un gioiello diretto dal presidente dell'acclamata Laika Entertainment, che mescola stop-motion e CGI in modo prodigioso. Una parabola sulla sofferenza e l'elaborazione del lutto che è vera poesia. Indicata per un pubblico più adulto di quello dei bambini.

TUTTO PUO’ CAMBIARE (John Carney, 2014) Una commedia sentimentale dal retrogusto indie e dall’happy ending non scontato, con al centro la storia di un produttore discografico caduto in disgrazia e una cantautrice in crisi. Si aiuteranno reciprocamente a rimettersi in piedi e a “vendicarsi” degli ex (soci o fidanzati che siano) che hanno rinnegato l’amore per la musica in nome del business. Ruffalo è la vera forza motrice di questo film musicale, che regala alcune ballad pop meritevoli di essere messe in playlist, come “Lost Stars”.

IO, DANIEL BLAKE (Ken Loach, 2016) Il film con cui Ken il rosso ha vinto la Palma d’Oro, rispetta tutti i crismi della sua poetica, suscitando indignazione e commozione nel tratteggiare le vicissitudini di un artigiano e di una madre single alle prese con una burocrazia statale sempre più disumana e automatizzata.