La cerimonia dei Golden Globes 2021 è stata, come in tanti avevano previsto, diversa da tutte le altre, scaldata oltretutto dalle polemiche sulla scarsa rappresentanza della comunità black nella Hollywood Foreign Press Association, l’associazione della stampa estera di Hollywood composta da 87 membri che ogni anno assegna i riconoscimenti e che prima della serata aveva diffuso una nota precisando che provvederà, in futuro, a essere più inclusiva.
Si è trattato di un evento ibrido, in parte in presenza e in parte online, con i nominati e i premiati collegati dalle loro abitazioni, pronti a squadernare, al momento della resa dei conti delle cinquine, fondali domestici buoni per Zoom.
A presentare i Globes ci hanno pensato ancora una volta le colonne storiche del Saturday Night Live Tina Fey e Amy Poehler, che hanno definito la HFPA un gruppo di «90 giornalisti purché non neri», gettando benzina sul fuoco con ironia dissacrante (a farlo, ma senza sarcasmo, ci ha pensato anche Spike Lee, che poco prima dell’inizio della cerimonia ha diffuso un messaggio dicendo che per la HFPA «c’è ancora molto da fare»). Per la prima volta nella storia del premio le conduttrici sono state collegate da due città diverse, divise da un ironico split screen, e da entrambe le coste americane (Tina Fey dalla Rainboy Room del Rockefeller Center di New York City, Amy Poehler dal Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills, luogo in cui i premi venivano in passato tradizionalmente consegnati).
La cerimonia non è stata particolarmente ritmata e avvincente (anche meno del solito), ma manco a dirlo i primi GG al tempo del COVID-19 ci hanno regalato parecchi momenti «a distanza», alcuni dei quali piuttosto curiosi e insoliti (della reazione gioiosa e sopra le righe di Laura Pausini al suo premio vi raccontavamo qui), che normalmente non avremmo visto.
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