Foto: 20th Century Fox/Universal/Spyglass Entertainment

M. NIGHT SHYAMALAN: Forse la sua filmografia non si può definire del tutto pessima, ma sono davvero pochi i film che secondo il pubblico hanno appena la sufficienza. Eppure con Il sesto senso è riuscito a portare a casa un risultato più che eccellente, soprattutto se si considera che ancora oggi è tra i lungometraggi più citati dai suoi colleghi e dal pubblico. Foto: Spyglass Entertainment

GARRY MARSHALL: Il suo Pretty Woman, nonostante abbia ricevuto recensioni contrastanti al momento del debutto in sala, con il tempo si è conquistato l'appellativo di cult. Eppure andando a guardare gli altri lavori del regista, è difficile individuare un altro film all'altezza! Foto: Touchstone Pictures

IRVIN KERSHNER: L'impero colpisce ancora non solo è considerato il miglior film della saga di Star Wars, ma anche uno dei lavori migliori di quegli anni, grazie anche ad un'ottima regia. Purtroppo però anche questo autore ha davvero fatto fatica nel corso della sua carriera e, a parte l'episodio V, sarà sempre ricordato per il deludente RoboCop 2. Foto: LucasFilm

PAUL W.S. ANDERSON: In questo caso, sebbene non si possa parlare di una brillante carriera, si può quantomeno dire che i suoi lavori sono stati tutti piuttosto divertenti. Un percorso deludente, ad ogni modo, in cui l'unico film che sembra brillare davvero è Event Horizon, film di fantascienza del 1997 a tinte horror. Foto: Paramount

STEPHEN SOMMERS: Forse non si può considerare davvero un capolavoro, ma senza dubbio la Mummia è stato uno dei film che più è rimasto nel cuore al pubblico degli anno '90. Anche in questo caso, però, il regista (più che essere ricordato per veri e propri flop) è passato alla storia per progetti mal realizzati ma quantomeno divertenti come Van Helsing. Foto: Universal

RICHARD KELLY: Il suo Donnie Darko è stato davvero il simbolo di una generazione e ancora oggi è tra i film più citati, soprattutto dal pubblico. Per una volta il suo stile bizzarro e spesso confusionario ha giovato al progetto, ma si è trattato di un caso completamente isolato, se si pensa che successivamente si è dedicato a lungometraggi come Southland Tales. Foto: Newmarket Films

JAN DE BONT: Se si pensa ai thriller meglio riusciti negli anni '90 è impossibile non citare Speed, soprattutto grazie alla presenza dell'amatissimo Keanu Reeves. Dopo questo progetto gli occhi erano tutti puntati su questo regista, che però non è mai più riuscito a replicare il successo e si è dedicato a fallimentari progetti come Tomb Raider 2. Foto: 20th Century Fox

ROLAND EMMERICH: Rimaniamo negli anni '90 con un film che ha davvero cambiato le regole dei disaster movie a tinte sci-fi. Indipendence day è infatti, al pari degli altri fin qui raccolti, un lungometraggio che si è inserito nell'immaginario collettivo e spesso citato nelle circostanze più disparate. Eppure il suo autore non è divenuto altrettanto celebre e, anzi, sono molti i flop che portano il suo nome (come il tanto bistrattato Anonymous). Foto: 20th Century Fox

UWE BOLL: Qui siamo quasi nel campo dell'assurdo, dal momento che si tratta di un regista considerato universalmente deludente. Eppure anche lui ha un film degno di nota nel suo curriculum, Darfur. Una lucida analisi di un conflitto in cui è riuscito a dare il giusto peso a temi piuttosto delicati ma che, purtroppo, rappresenta un caso davvero unico nella sua filmografia. Foto: Fox

TOMMY WISEAU: Non poteva certo mancare questo autore, dal momento che i suoi lavori sono tra i più bistrattati dal pubblico. Nel caso di The Room, però, si può parlare di vero e proprio fenomeno culturale, anche se a volte per i motivi sbagliati. Un film che ancora oggi viene spesso citato e analizzato proprio perché offre degli improbabili spunti di riflessione, totalmente assenti negli altri lavori di Wiseau. Foto: TPW Films