10 film in cui la pessima recitazione degli attori è stata un BENE
10 film in cui la pessima recitazione degli attori è stata un BENE
Davide Stanzione
Foto: MovieStillsDB
CLERKS. Quello di Kevin Smith è un titolo chiave del cinema indipendente degli anni '90, sebbene gli interpreti dei due protagonisti, Brian O'Halloran e Jeff Anderson, rispettivamente Dante e Randall, non avessero mai recitato prima. Il non professionismo delle loro performance è però perfettamente raccordata al tono "amatoriale" e confidenziale del film. (Foto: MovieStillsDB)
LA VITA È UN SOGNO. La commedi di formazione di Richard Linklater schierava nel cast molti attori all'epoca agli esordi e destinati a diventare delle star, come Ben Affleck, Milla Jovovich, Parker Posey, Matthew McConaughey, Joey Lauren Adams e Renée Zellweger. Molti degli attori di contorno non sembrano essere dei professionisti della recitazione, eppure il senso di naturalismo della storia, dai tratti giovanilistici, risulta potenziato da quest'aspetto. (Foto: MovieStillsDB)
OLD. L'ultimo film di M. Night Shyamalan presenta un cast che recita in maniera a tratti davvero straniante e fuori fuoco, per tempi per toni, nonostante il coinvolgimento di attori di prim'ordine come Gael García Bernal e Vicky Krieps. Un elemento che però ben restituisce la condizione di un gruppo di estranei intrappolati su una spiaggia dove tutti invecchiano troppo rapidamente. (foto: MovieStillsDB)
AGENTE 007 - AL SERVIZIO SEGRETO DI SUA MAESTÀ. George Lazenby è considerato da molti il più legnoso e dimenticabile degli interpreti di Bond, tanto che fu arruolato per un solo film su 007. L'interprete, un modello australiano e di fatto un non attore, fu una scelta curiosa per rimpiazzare l'amatissimo Sean Connery, però la sua maggior fragilità recitativa era perfettamente in sintonia col Bond più vulnerabile e fragile mai visto sullo schermo. (foto: MovieStillsDB)
STARSHIP TROOPERS. Il film di Paul Verhoeven, mix di war movie e film di fantascienza, ha un taglio satirico sulla politica estera america che veniva decisamente galvanizzato dalla recitazione "fuori luogo" e stonata del cast, in particolare del protagonista Casper Van Dien. Il regista stesso, non a caso, ammise di aver scelto gli attori più per il loro aspetto fisico che per il talento. (foto: MovieStillsDB)
IL PADRINO. In un film recitato in modo eccellente dai suoi protagonisti come quello di Francis Ford Coppola, anche alcune interpretazioni più lasciate al caso erano comunque perfettamente contestualizzate: è il caso del ruolo del sicario di Don Vito Corleone (Marlon Brando), ovvero Luca Brasi, interpretato da un non attore, Lenny Montana, scelto per la parte dopo che il precedente titolare del ruolo era morto di ictus. Montana è visibilmente nervoso durante la scena iconica in cui si congratula con Vito per il matrimonio di sua figlia, a causa della sua mancanza di esperienza nella recitazione e dell'ansia di dover recitare accanto a un mostro sacro Marlon Brando. Un perfetto esempio di attore amatorialie ben calato in un contesto. (foto: Paramount)
MATRIX. Keanu Reeves è diventato iconico grazie al ruolo di Neo, anche se l'interpretazione non brilla certo per sfumature e complessità psicologiche. Il tono monocorde e anaffettivo della recitazione dell'attore, tuttavia, non avrebbe potuto contrassegnare meglio un personaggio così svuotato da ogni emozione. (foto: MovieStillsDB)
TERMINATOR. Un esempio strettamente analogo a quello di Reeves in Matrix è Arnold Schwarzenegger in Terminator, a tutti gli effetti un b-movie di serie A, sotto steroidi e in grande stile, che non poteva non beneficiare di un attore protagonista in grado di recitare in modo così convincente, pur tagliando tutto con l'accetta e fornendo esclusivamente espressioni legnose, robotiche e muscolari da vero cyborg. (foto: MovieStillsDB)
IL PRESCELTO. Nicolas Cage è uno specialista di performance fuori luogo e sopra le righe, e il remake dell'horror The Wicker Man di Neil Labute non fa eccezione. Senza la sua delirante performance, il film avrebbe avuto di sicuro molto meno "valore". (foto: MovieStillsDB)
WONDER WOMAN. Secondo molti Gal Gadot non è un'attrice sufficientemente dotata per vestire i panni della supereroina, eppure la sua recitazione non sempre ispirata e a tratti un po' svagata non è affatto fuori luogo per un'interprete chiamata a vestire i panni di colei che è a conti fatti un'aliena che deve imparare a convivere con gli umani per la prima volta. (foto: MovieStillsDB)
Molto spesso le brutte o cattive interpretazioni finiscono col pregiudicare il risultato di un prodotto cinematografico o col vanificare anche un lavoro eccellente fatto da sceneggiatura e regia, per cui non stupisce che l’attenzione alla qualità delle prove degli attori sia uno degli aspetti in assoluto più considerati nella lavorazione di un film.
A volte, però, delle interpretazioni non perfettamente centrate o riuscite, per una serie di fattori, si rivelano paradossalmente un bene, risultando incredibilmente azzeccate e a tono e riuscendo a fornire perfino degli elementi d’interesse in più.
Nella gallery odierna vi proponiamo alcuni casi di questo tipo, da Matrixa Wonder Woman passando per Starship Trooperse moltissimi altri, fino al più recente Olddi M. Night Shyamalan.
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