La casa di carta 4, la recensione della quarta stagione della serie Tv Netflix

Le nuove puntate hanno alzato ulteriormente l'asticella e mantenuto tutte le promesse

La casa di carta serie tv

La terza stagione stava finendo e la guerra era appena cominciata. A luglio dell’anno scorso i fan della serie Tv Netflix La casa di carta avevano subito un duro colpo quando, con l’ultima puntata intitolata La deriva, il climax era entrato nel vivo ma era stato immediatamente interrotto proprio nel bel mezzo degli eventi più emozionali. Nairobi era stata ferita duramente da un cecchino che l’aveva colpita in pieno petto mentre stava guardando suo figlio dalla finestra: un tranello ordito dalla spietata ispettrice di polizia Alicia Sierra. Lisbona era stata catturata ma creduta morta dal Professore, che aveva ordinato a Tokyo e Rio di far esplodere le auto corazzate della polizia con i bazooka. E Palermo, Helsinki, Bogotà, Stoccolma e Denver erano pronti a dare del filo da torcere alla polizia, forti anche dell’appoggio popolare. Tutto riparte ora esattamente da dove eravamo rimasti.

La casa di carta 4, la recensione della quarta stagione

«Ciò che hanno fatto, lo restituiremo moltiplicato per cento». Con il finale della terza stagione quindi tutti se lo aspettavano: nella quarta stagione de La casa di carta avremmo assistito a una guerra in piena regola. E così è stato, nonostante qualche forzatura nei flashback un po’ troppo abbonanti.

I corpi martoriati degli “eroi”, le strategie di combattimento, i complotti orditi dai nemici, le tattiche di interrogatorio. Tutto riporta a uno degli scontri più duri ed epici della serie. Le nuove puntate hanno alzato ulteriormente l’asticella e mantenuto tutte le promesse. Molta più azione, grazie soprattutto all’inserimento attivo del personaggio di Gandia, un sicario che agisce dall’interno per conto della polizia spagnola, ma anche molta più introspezione dei personaggi. Che già in tre stagioni avevamo imparato a conoscere come fossero i nostri migliori amici ma che ora ritroviamo tutti alle prese con i dolori e i dubbi più grandi, quelli legati alla parola amore.

È questo sentimento che fa girare tutto, che attorciglia le esistenze di rapinatori, ostaggi e poliziotti e fa tremare le pareti della Banca di Spagna. L’amore che c’è ma che si fa portavoce di un disagio facendo scoppiare le coppie, quello che devasta per la perdita della propria metà dell’anima, quello che fa agire d’impulso per vendetta di un torto subito all’altro, fosse anche solo un amico con il quale si è diviso tutto, e quello che tortura per la gelosia di sapere di non essere abbastanza e che forse qualcun altro lo è. 

Sono carte di cuori quelle che tengono in piedi il castello di imbrogli e seduzioni di una stagione che rimette in gioco tutto, che rimescola sentimenti ed emozioni e che annienta per alcune scelte drammaturgiche che lasceranno il segno anche nelle stagioni successive (sì, la quinta stagione è già in arrivo). I “buoni” vincono e i “cattivi” perdono? Ci piacerebbe che fosse così, ma quello che sembra un non facile trionfo si rivela il più perfido degli inganni.

Foto: © Netflix

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