Eddie Munson: la vera e triste storia dell’uomo che ha ispirato il personaggio di Stranger Things

È uno dei nuovi volti più apprezzati della serie fantasy, ma la sua vicenda è in verità ispirata ad un fatto realmente accaduto

eddie munson stranger things

Tra i vari personaggi introdotti nella nuova stagione di Stranger Things, senza ombra di dubbio quello che si è guadagnato maggiormente il favore del pubblico è l’Eddie Munson di Joseph Quinn, un metallaro appassionato di Dungeons & Dragons il cui look aggressivo e il forte interesse nei confronti del celebre GDR fantasy – negli anni ’80 considerato al pari dell’occultismo – lo hanno portato ad essere vittima di parecchi pregiudizi da parte degli abitanti di Hawkins.

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SULLA QUARTA STAGIONE

Banalmente, nonostante si rivelerà un semplice nerd dal cuore tenero – colpevole solo di avere gusti estetici o musicali diversi dallo standard -, Eddie viene considerato un “satanista” dalla comunità, diventando il bersaglio di una caccia alle streghe dopo la morte di Chrissy Cunningham, uccisa da Vecna mentre si trovava proprio all’interno della roulotte del ragazzo.

Ad esclusione dei protagonisti, tutti credono che le brutali morti di Hawkins siano in verità degli omicidi rituali attribuibili a Eddie, che li avrebbe perpetrati per offrire dei sacrifici a Satana. Sebbene sia legittimo credere che il giovane possa essere coinvolto nella morte della cheerleader – dopotutto lei è deceduta in sua presenza e ora lui è in fuga -, gran parte dell’astio nei suoi confronti è legato all’aspetto poco rassicurante e agli interessi verso un certo tipo di musica o attività ricreative: un fenomeno realmente esistito tra gli anni ’80 e ’90 e noto come “Satanic Panic”.

Ebbene, per chi non lo sapesse, anche lo stesso Eddie Munson è ispirato ad una persona vera, ingiustamente incarcerata e condannata a morte – con l’accusa di omicidio – proprio in quegli stessi anni. Ma andiamo con ordine.

Il Satanic Panic, (letteralmente “panico satanico”), fu una sorta di isteria collettiva sviluppatasi negli Stati Uniti tra gli anni ottanta e novanta del XX secolo. In quel periodo, specie nelle cittadine più conservatrici d’America, ci fu un aumento esponenziale delle segnalazioni di abusi sessuali e molestie fisiche – in particolar modo nei confronti di bambini – attribuiti a un’ipotetica rete di satanisti. Le persone erano così convinte che i crimini a scopo rituale fossero una realtà, da arrivare ad accusare persone innocenti solo per via del loro aspetto o del loro stile di vita, in particolare se legati ad un’estetica dark o a generi come l’heavy metal.

In questo contesto si sviluppa la vicenda di Damien Echols, colui che ha ispirato il personaggio. Insieme a due altri ragazzi, ovvero Jessie Misskelley Jr. e Jason Baldwin, nel 1994 venne incarcerato – sostanzialmente senza prove – per il brutale omicidio di tre bambini nella cittadina di West Memphis, in Arkansas. Tra l’altro, il cognome di una delle vittime era Byers e il suo corpo venne trovato in un fiume.

Conosciuti come i Tre di West Memphis, i giovani furono bersaglio di un vergognoso processo mediatico e dell’accanimento dell’opinione pubblica, convinta che fossero colpevoli proprio per via del loro abbigliamento, delle loro pettinature e della loro passione per l’heavy metal – dettagli che vennero utilizzati proprio per attribuire agli omicidi un movente di tipo rituale e satanico. Dei tre, due vennero condannati all’ergastolo, mentre Echols, che era l’unico maggiorenne, ottenne la pena di morte.

Ben 13 anni dopo, ovvero nel 2007, grazie alle tecnologie moderne, come l’analisi del DNA, fu possibile riaprire il caso e determinare che nessuno dei ragazzi era in verità colpevole di quell’orrendo crimine, commesso con tutta probabilità dal patrigno di uno dei bambini uccisi. Nel 2011, al termine della revisione del caso, i Tre di West Memphis sono stati definitivamente scarcerati dopo aver trascorso ingiustamente 18 anni in prigione.

Chiaramente, il caso venne in seguito considerato un vero e proprio scandalo giudiziario, anche perché l’accordo imposto a Echols, Misskelley Jr. e Baldwin per ottenere la libertà, nonostante le prove della loro innocenza, prevedeva che si dichiarassero comunque colpevoli di omicidio, così da evitare che potessero far causa allo Stato e ottenere un cospicuo risarcimento. La loro storia è stata raccontata nel trittico di documentari Paradise Lost di Joe Berlinger and Bruce Sinofsky.

I fratelli Duffer hanno rivelato che Eddie Munson e più in generale la storia dell’Hellfire Club sono ispirati proprio al Satanic Panic degli anni ‘80/’90 e alla vicenda di Damien Echols, ad oggi artista e scrittore.

A questo punto, ci auguriamo che le sorti del personaggio siano migliori di quelle dell’uomo che lo ha ispirato.

Leggi anche: Stranger Things: gli autori svelano il finale originale di Steve Harrington. E lo avreste detestato

© RIPRODUZIONE RISERVATA